5 marzo 2013

Gnocchi di Zucca al Burro, Salvia e Pecorino

Posted in Le mie ricette, pasta, pastasciutta & simili, vegetariani tagged , , , , , , a 12:52 PM di pixel3v

I miei primi gnocchi!
Ebbene sì, dopo 5 anni e passa di blog di cucina, finora non avevo mai, e dico mai, preparato da sola gli gnocchi… Quale sbaglio! Oltre ad essere veloci a farsi danno tanta, tanta soddisfazione! Intanto c’è da ringraziare La Montanina Umbra, zucca tere!un punto vendita di tre aziende agricole dell’Umbria situato a Firenze gestito da ragazze belle e in gamba, che vende solo ed esclusivamente prodotti da agricoltura biologica e dai sapori veri e di qualità, che mi ha fornito la zucca: mentre la sbucciavo e la pulivo, pensa che ti ripenso (il solito risotto? La solita vellutata?), alla fine ho avuto l’illuminazione: voglio provare a farci gli gnocchi! Così mi sono documentata, ma soprattutto ho sperimentato. Ed ho capito:
a) che se fate gli gnocchi con solo zucca nell’impasto potete scordarvi di ottenere una bella palla in stile frolla da fare a cilindrotti per poi tagliare col coltello ottenendo gli gnocchi (questo è possibile se ci sono patate nell’impasto, non so quante esattamente);
b) che non è poi del tutto vero quel che si dice in giro, che troppa farina fa venire gli gnocchi duri (i miei sono venuti tenerissimi, e notate le quantità…);
c) che il bello degli gnocchi di zucca fatti in casa (e questa cosa me l’ha confermata anche il coinquilino di Luca, che sua madre li fa spessissimo) è proprio la loro forma splendidamente irregolare!
Fatte le dovute premesse, quindi, vi racconto come ho proceduto io per preparare e cucinare gli Gnocchi di Zucca al Burro, Salvia e Pecorino:

gnocchi di zucca 1 72dpi

INGREDIENTI (PER 9-10 PERSONE)
per l’impasto:
2,7 kg di zucca (peso da pulita 1,5 kg)
900 gr. di farina
4 uova
120 gr. di parmigiano grattugiato
3 pizzicotti di sale
per il condimento:
burro (considerate circa 15 gr. a testa)
salvia (3-4 foglie ciascuno)
pecorino in scaglie (20 gr. a testa)
noce moscata

PREPARAZIONE
Sbucciate la zucca, privatela dei semi, tagliate la polpa a cubetti grossolani ed infornate a 180° C per circa 40 minuti; la polpa dovrà essere morbida e spappolarsi al tocco della forchetta. A questo punto stendetela su di un tagliere e riducetela in pappa aiutandovi con i rebbi della forchetta (potete usare anche lo schiacciapatate ma io non l’avevo con me), quindi trasferitela in una ciotola ed unitevi la farina, le uova, il parmigiano ed il sale. Iniziate ad impastare, sempre con la forchetta, fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico; non preoccupatevi se vi sembrerà molliccio: non è uno di quegli impasti che a suon di farina alla lunga si stacca dalle mani, e provare a prenderlo con le dita vi farà solo scoraggiare!
Mettete a bollire l’acqua per la cottura; nel frattempo, in una wok, fate sciogliere il burro insieme con la salvia tritata e, a parte, riducete in scaglie il pecorino. Quando l’acqua bollirà salatela, quindi iniziate a cuocere i vostri gnocchi: aiutandovi con due cucchiai prelevate l’impasto via via dalla ciotola e formate delle quenelle grandi come noci; una alla volta gettatele nell’acqua bollente cercando di ottenere una forma più tonda possibile (però non state a perderci troppo tempo, la cosa fondamentale è essere veloci!). Considerate che all’incirca sono 25 gnocchi (quenelle) a porzione. Ogni tanto, con l’aiuto di una schiumarola, estraete gli gnocchi che sono venuti a galla e trasferiteli nella wok con il fornello al minimo. Quando gli gnocchi saranno tutti nella wok alzate la fiamma, lasciate saltare altri due minuti, unite una bella spolverata di noce moscata, quindi servite decorando ciascun piatto con generose scaglie di pecorino.
L’impasto pronto si conserva in frigo per circa 3-4 giorni (io l’ho consumato, con queste dosi, in tre volte: prima per 4 persone, poi per 2, poi per 3).

gnocchi di zucca 2 72dpi

24 ottobre 2012

Garganelli con Finferli e Verza (e Lardo di Colonnata)

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Ancora una volta sto qui a parlarvi del presente. Può sembrare un caso (ed in effetti lo è), ma dopo mesi (tranne rare eccezioni) durante i quali non ho mai avuto voglia/tempo di cucinare per il blog (leggi: ricette nuove ed inedite, da impiattare con una certa decenza e da fotografare con una certa pazienza) e dopo aver deciso che avrei quantomeno pubblicato ciò che già avevo di pronto, è andata a finire che sono nate un sacco di nuove ricette, complice il mio ciclista mattiniero (e fotografo, anche in questo caso!) che mi fa sentire sola nel letto a mezzogiorno e che mi spinge quindi inconsapevolmente ad alzarmi e a preparare golosi pranzetti per lui (per noi 😛 )il sabato e la domenica 🙂
Questi Garganelli con Finferli e Verza (e Lardo di Colonnata) sono, appunto, una di queste ultime novità… Lo spunto viene da una vecchia rivista di cucina dai prezzi ancora in lire, rivisitata in diverse parti; lo slancio invece è tutto mio e, per i finferli, mai tempismo stagionale fu più perfetto 😉

INGREDIENTI (per 3 persone)
180 gr. di finferli (o galletti, o gallinacci, o gialletti, o canterelli etc…)
2 spicchi d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo
1 bicchiere di vino bianco
1 cipolla dorata
1 fetta di lardo di Colonnata tagliata spessa 1 cm (100 gr. circa)
4 grosse foglie di verza (130 gr. circa)
180 gr. di garganelli (o  maccheroncini al pettine)
olio extravergine di oliva
pecorino stagionato grattugiato
sale
pepe

PREPARAZIONE
Pulite i finferli strofinandoli delicatamente sotto l’acqua corrente, quindi tamponateli con della carta assorbente e tagliateli grossolanamente a pezzetti. In una padella scaldate l’olio insieme con gli spicchi d’aglio ed il prezzemolo tritato, quindi unitevi i finferli; lasciate rosolare qualche minuto, incorporate il vino bianco, abbassate il fuoco e lasciate cuocere per circa 10 minuti, fino a che il vino non sarà evaporato (non lasciate però che il sugo si ritiri troppo). Nel frattempo tritate la cipolla e, in una padella più capiente (dovrete saltarci la pasta alla fine) rosolatela con un filo d’olio; tagliate a cubetti il lardo ed unitelo alla cipolla. Lasciate cuocere fino a che non sarà quasi del tutto sciolto.
Mettete a bollire l’acqua per la pasta. Lavate le foglie di verza, sovrapponetele l’una sull’altra e tagliatele a striscioline; ponetele nell’acqua bollente salata e, non appena avrà ripreso il bollore, mettetevi a cuocere anche i garganelli. Unite i finferli al lardo, scolate al dente la pasta (e la verza) ed incorporate anch’essa nella padella grande, quindi fate saltare qualche minuto unendo una bella grattata di pepe e una spolverata di pecorino grattugiato.

ps. grazie a Luca per le sue foto!!! ❤

14 settembre 2012

Scilatelli Gratinati con Caprino e Pecorino Crotonese

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Ricordate quando, qui, vi dissi che gli scilatelli (pasta fatta in casa tipicamente calabrese) da queste parti non si trovavano? Beh, al Taste (si parla di un anno e mezzo fa eh…) c’era di ogni bene e tra i vari espositori di pasta c’era anche chi vendeva, per l’appunto, gli scilatelli (o scialatelli, o ancora, per dirla in crotonese – Sergio insegna -, “scilateddri”)… Inutile dire che non me li feci scappare 😀
Questa ricetta, che sta nel mio archivio da più di un anno, è di nuovo frutto della creatività di Sergio. In questi casi mi affido totalmente a lui: faccio domande, chiedo delucidazioni, poi mi metto all’opera, cucino ed impiatto. La “grazia della fattura e della presentazione”, come mi disse lui stesso, sono mie, ma l’idea, anche in questo caso, è solamente sua… Ma diceva sempre che dovevo smetterla di ringraziarlo, Sergio, per cui non lo farò stavolta e passerò subito a presentarvi questi Scilatelli Gratinati con Caprino e Pecorino Crotonese… Per chi non riuscisse a reperire il crotonese (Sergio all’epoca fu il mio spacciatore ufficiale), consiglio di sostituirlo con un pecorino a pasta molto dura e che sia bello saporito 😉
A proposito di pecorino crotonese: Sergio mi disse che il disciplinare del vero pecorino crotonese prevede latte di pecora all’80% e latte di capra al 20%… Da qui, lui ha sviluppato la sua idea per questo delizioso primo piatto 🙂

 

INGREDIENTI (per 4 persone)
200 gr di caprino fresco
200 grammi di pecorino crotonese
200 ml di latte
1 puntina di cannella
1 cucchiaino di pepe rosso
4 cucchiai di pangrattato + quello per le pirofile
6 cucchiai di pinoli
400 gr. di scilatelli
50 gr. di ricotta stagionata
olio extravergine di oliva
sale

PREPARAZIONE
Preriscaldate il forno a 190° C. In una padella ampia, fate sciogliere il caprino insieme con il pecorino grattugiato ed il latte, unendo la cannella ed il pepe rosso; tostate il pangrattato ed i pinoli a secco. Nel frattempo, ungete 4 pirofile monoporzione e cospargetele con dell’altro pangrattato.
Cuocete gli scilatelli in acqua bollente salata e scolateli prima della fine della loro cottura, quindi saltateli nella padella dei formaggi per circa due minuti (regolatevi comunque in relazione ai minuti di cottura che i vostri scilatelli richiedono), unendo anche i pinoli ed il pangrattato ed amalgamando con un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta; a questo punto dividete gli scilatelli ben amalgamati nelle pirofiline, quindi spolverizzate con la ricotta stagionata ridotta in scaglie. Infornate per circa 10 minuti, quindi servite.

Due appuntini:
1) Sergio consigliava di unire un pochino di timo fresco alla preparazione (in padella, da tritare ed unire insieme al pepe rosso ed alla cannella), io l’ho omesso perché dalle mie parti ogni erba aromatica che non sia salvia, rosmarino, prezzemolo o basilico è merce più che rara :/
2) Il colore rosato che vedete in foto è dato dall’amalgama del pepe rosso e della cannella… Non c’è traccia di pomodoro eh! 😉

10 giugno 2011

Tagliatelle alle Mandorle e Semi di Papavero

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Vi capita mai di guardarvi indietro e sorridere al pensiero di come eravate, che so, anche solo due anni fa, constatando con stupore i cambiamenti, positivi o negativi che siano, che avete fatto? Io cerco di non farlo mai, o almeno, cerco di guardare molto più indietro piuttosto che al passato recente. Perchè se penso a com’ero due anni fa a quest’ora… Ecco, ero esattamente così, come adesso, nè più nè meno… Nessun passo avanti, nessun passo indietro, nessun cambiamento, nessuna svolta. La svolta che aspetto da un po’ e che non arriva mai. Ecco, io non vedo l’ora di potermi guardare indietro e dire: “Quanta strada ho fatto da allora!”, senza per questo però dover per forza riferirmi ai tempi del liceo 😛 Arriverà quel momento eh… E allora ripenserò ad oggi, 27 anni compiuti da una decina di giorni, e sorriderò al pensiero di come mi è cambiata la vita da allora. Ma questa è un’altra storia… Di fantasia, per adesso.
Bene, fine dello sfogo e spazio al cibo. Ecco, sì, una cosa c’è di diverso: i miei gusti in fatto di cibo son cambiati davvero, non c’è che dire. Queste Tagliatelle alle Mandorle e Semi di Papavero, qualche anno fa, non le avrei mai mangiate: odiavo le mandorle e neanche, credo, sapevo dell’esistenza dei semi di papavero. Se non altro, ecco, posso dire che dal punto di vista culinario mi sono senza dubbio arricchita… Ah: la ricetta, rivisitata leggermente, proviene da un’altra delle riviste di cucina anni ’90 gentilmente donatemi dalla suocera 😉

INGREDIENTI (per 4 persone)
80 gr. di mandorle a scaglie
20 gr. di burro
200 ml di panna fresca
50 gr. di farina di mandorle
20 gr. di parmigiano grattugiato
400 gr. di tagliatelle all’uovo (pasta fresca)
2 cucchiai di semi di papavero

PREPARAZIONE
In una padella antiaderente tostate a secco le mandorle per un paio di minuti, quindi tenetele da parte; nel frattempo, mettete a bollire l’acqua per la pasta. Nella stessa padella dove avete tostato le mandorle fate sciogliere il burro, quindi unite la panna, la farina di mandorle ed il grana grattugiato; lasciate cuocere a fuoco basso fino a che il tutto non si sarà addensato (giusto cinque minuti). Una volta cotte le tagliatelle scolatele al dente e fatele saltare per un paio di minuti nella padella, aggiungendo quasi tutte le mandorle tostate ed i semi di papavero; mescolate bene affinché il tutto si amalgami al meglio, quindi impiattate decorando ogni piatto con le mandorle rimaste.

Con questa ricetta partecipo al contest di Angela… Perchè le mandorle sono anche per me, anche se solo da pochi mesi, una vera e propria “gemma di bontà” 😉

20 Maggio 2011

Tagliolini al Limone con Prezzemolo e Pinoli

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Il caldo si avvicina, e la voglia di mangiare leggero e fresco pure… No, perdonatemi ma non ci riesco, non mi viene oggi uno di quei (soliti) discorsi triti e ritriti per introdurre una ricetta… La verità è che non ho molto da dire, ho mille cose per la testa, dubbi ed incertezze, è un fase di trasizione piuttosto delicata, questa, la voglia di indipendenza incombe e cerco di non pensarci pasticciando in cucina, che tanto le cose non cambiano in due giorni.
Vabbè. Cercando il lato positivo delle cose, o meglio tornando a noi e lasciando da parte i miei tormenti che a voi interessano poco o nulla immagino, questi Tagliolini al Limone con Prezzemolo e Pinoli fanno molto estate IMHO… Mia sorella non li ha graditi (dice che le ricordano il tè al limone che lei tanto odia e che beve solo quando ha problemi… Ehm.. Gastrointestinali :O ) ma vi assicuro che, per chi ama il limone, questo primo piatto è molto gustoso, particolare e non scontato 😉 L’idea è mia e me ne vanto 😉

INGREDIENTI (per 4 persone)
2 limoni
1 bel ciuffo di prezzemolo
4 cucchiai di pinoli
40 gr. di burro
450 gr. di tagliolini all’uovo (pasta fresca)
sale

PREPARAZIONE
Lavate i limoni, asciugateli e grattugiatene la scorza, quindi spremetene 1 e 1/2 filtrando il succo. Lavate il prezzemolo e tritatelo; tostate i pinoli a secco e teneteli da parte; stendete circa ¼ della scorza del limone grattugiata su di un pezzetto di carta da forno e passatela per pochi minuti sotto il grill del forno, rendendola croccante.
In una larga padella antiaderente fate fondere il burro, quindi unitevi il succo di limone e lasciatelo ritirare un paio di minuti; unite la scorza (non quella croccante) e metà del prezzemolo e, dopo un altro minuto, spengete il fuoco.
Una volta cotta e scolata la pasta al dente (conservate un paio di cucchiai dell’acqua di cottura) fatela saltare in padella per un paio di minuti insieme col limone ed il prezzemolo, unendo anche quasi tutti i pinoli tostati e l’acqua di cottura tenuta da parte; impiattate decorando ogni piatto con i restanti pinoli, la scorza croccante tenuta da parte ed il rimanente prezzemolo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Alice che vedete qui a lato… Cliccate il bannerino 🙂

3 dicembre 2010

Pici ai Profumi della Campagna Mediterranea (con Pomodori Pachino, Ricotta Salata, Pecorino Crotonese, Capperi e Finocchietto Selvatico)

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Sergio in cucina dev’essere uno spettacolo. Non l’ho mai visto all’opera, ma da come mi racconta dei suoi fine settimana eno-gastronomici e delle cenette preparate con amore per la sua Eva nonostante la stanchezza dopo 14 ore no stop di lavoro… Beh, da questi racconti traspare la sua passione per i fornelli, la sua voglia di ideare… E quando la tua dolce metà ti guarda con occhi languidi e non ha parole per descrivere la bontà di ciò che sta assaporando (e la reazione di Eva si dice sia proprio questa…!) allora capisci che sì, l’esperimento è riuscito, è da riproporre, i sapori che tu hai deciso di utilizzare per il tuo piatto si sposano alla perfezione… Ok, mi sto lasciando andare. Sto parlando di Sergio ed Eva, ma in fondo è come se stessi parlando di me stessa. Conosco quell’espressione negli occhi dei commensali, ma soprattutto conosco l’emozione che cresce dentro chi cucina quando negli occhi dell’altro/degli altri si legge la soddisfazione, il puro godimento… Questo non accade proprio sempre sempre eh… Insomma, come si dice: non succede, ma se succede (e qui mi viene in mente il buon vecchio Matrix e la sua maglietta di maggio “Nun è successo”… Ma lasciamo stare!)… Se succede si va in brodo di giuggiole, ecco 😳
Ma adesso basta chiacchiere. Vi riporto tal quale la ricetta di Sergio, la sua ultima invenzione dopo la riuscitissima Il Profumo del Mare: ecco qui i Pici ai Profumi della Campagna Mediterranea (con Pomodori Pachino, Ricotta Salata, Pecorino Crotonese, Capperi e Finocchietto Selvatico).
Ah: prima, è necessaria una piccola considerazione sulla pasta: Sergio utilizza gli scilatelli (altrimenti chiamati maccaruni a ru firriettu o ferrazzoli ), pasta fatta in casa tipicamente calabrese che prende il nome dal modo in cui viene confezionata, cioè arrotolando la pasta attorno a dei sottili ferretti simili a quelli usati per lavorare a maglia o a dei bastoncini vegetali simili alle canne ma molto sottili (info da qui). Poiché qui in Toscana non vi è traccia degli scilatelli, lui stesso mi ha consigliato di sostituirli con i pici senesi (ma se siete calabresi doc vi consiglio di seguire le indicazioni di Sergio!).
Ah, altre due cosine da dirvi: Sergio aveva utilizzato l’erba cipollina suggerendomi però che l’origano al suo posto non ce l’avrebbe visto male; io ho optato forzatamente per la seconda opzione causa erba cipollina del super immangiabile (era confezionata da ben 8 giorni… Ho provato a prenderla, ma sono stata costretta a buttarla perché emanava una puzza terribile!).
Ultima cosa: Sergio utilizza la ricotta affumicata, tipica dei paesi del Sud. Qui in Toscana però non se ne trova manco a piangere in cinese, già è stata abbastanza dura trovare la ricotta salata! In ogni caso, credo però che se si utilizza un pecorino crotonese molto stagionato come il mio (a proposito Sergio, grazie ancora… te l’ho già detto quant’è speciale questo formaggio! :P), la ricotta affumicata ci stoni un po’, nel senso che son due sapori troppo forti insieme, mentre la ricotta salata è più blanda… Con la ricotta affumicata forse è meglio abbinarci un pecorino (sempre crotonese dop, eh!) un pelino più fresco, secondo me 🙂

INGREDIENTI (per 4 persone)
2 cipolle rosse di Tropea medie
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di capperi
15 circa pomodorini Pachino
1 mazzetto di finocchietto selvatico
140 gr. di ricotta salata
140 gr. di pecorino crotonese dop
500 gr. di pici (o scilatelli)
olio extravergine di oliva
sale
origano
pepe rosso dolce
pepe nero

PREPARAZIONE
Tagliate le cipolle e mettetele a soffriggere leggermente con poco olio; per non farle friggere del tutto aggiungete un bicchiere di vino bianco. Successivamente aggiungete e capperi ed i pomodorini tagliati in 4, salate e lasciate andare a fuoco basso un paio di minuti, quindi profumate con finocchietto selvatico ed origano, un cucchiaino di pepe rosso ed una macinata di pepe nero.
A parte, riducete in scaglie sia la ricotta salata che il pecorino. Cocete la pasta e scolatela al dente; fatela saltare nel condimento aggiungendo subito metà delle scaglie di ricotta e pecorino, in modo da far mantecare il tutto, così che i pici si amalgamino meglio col sugo. A questo punto impiattate e decorate ogni piatto con le scaglie di ricotta e pecorino rimaste.

Il Pecorino Crotonese non è facile da trovare in Toscana, ve lo dico per esperienza 🙂 Prima che me lo portasse Sergio, infatti, sono impazzita non poco per trovarlo (senza risultato)… Quindi, la soluzione di riserva potrebbe essere un pecorino senese piuttosto stagionato, che credo proprio non ci stonerebbe affatto (d’altra parte, i pici son proprio senesi) 😉

E sperando di far cosa gradita anche all’autore della ricetta, oggi l’accompagnamento musicale ce lo fanno gli Animals, con The House of the Rising Sun 😉

ps. Uè, ma li vedete i fiocchi di neve sullo schermo?? Tornate in alto, in cima alla pagina… Che figata eh?! 😀

28 giugno 2010

Udon all’Italiana (in tutti i sensi)

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Oggi il mio blog si veste del tricolore 🙂 Proprio così: questi sono infatti Udon all’Italiana (in tutti i sensi) proprio perché li ho cucinati con verdure nostrane e di stagione, verdure che, se messe insieme, formano il tricolore: verde come le zucchine, bianco come i porri e le cipolline fresche, rosso come i pomodorini. E però la pasta non è certo italiana, anzi: questi sono Udon, ossia noodles (spaghetti giapponesi) di grano tenero. La varietà di Udon che tutti noi conosciamo, o meglio, che i ristoranti giapponesi in Italia ci fanno conoscere, è quella più comune (quelli che somigliano a dei pici, dato lo spessore…), ma ne esistono tantissime varietà; i miei sono piatti e larghi come delle tagliatelle 🙂
So bene che parlare di Italia e di tricolore adesso che la nostra nazionale è appena uscita dal mondiale (e, aggiungerei, ne è uscita anche piuttosto male) potrebbe scatenare le peggiori reazioni… Beh, io credo che il fondo lo abbiamo toccato, e che peggio di così non potrà andare, in futuro. In ogni caso, caro Prandelli, da adesso è tutto nelle tue mani… Guarda di fare un bel lavoro di risanamento a questa squadra, su 😉

INGREDIENTI (per 3 persone)
4 zucchine
2 porri
3 cipolline fresche
10 (circa) pomodori ciliegini
125 gr. di udon
sale
acqua (o olio, se intendete soffriggere le verdure e non stufarle)
salsa di soia

PREPARAZIONE
Affettate le zucchine, i porri e le cipolline a fettine sottili e fate a pezzetti i pomodorini. Cuocete tutte le verdure nella wok: prima le zucchine, dopo una decina di minuti i porri e le cipolline, a fine cottura i pomodori; aggiungete un pizzico di sale durante la cottura delle zucchine ed un altro non appena avrete unito i pomodorini. Io ho stufato tutto, aggiungendo poca acqua ogni tanto, per non fare attaccare le verdure, ma se preferite potete soffriggere con olio d’oliva: ovviamente, con l’olio saranno più saporite, ma stufate saranno più leggere 🙂
Quando le verdure saranno cotte e l’acqua totalmente evaporata aggiungetevi gli udon (non cuoceteli a parte!) ed unite mezzo bicchiere d’acqua; fate cuocere a fuoco medio per pochi minuti, quando vedrete che gli udon si saranno inteneriti. A fine cottura aggiungete un filo di salsa di soia e servite.

E ora, veniamo alla musica: ecco qui una canzone che ho riascoltato per caso pochi giorni fa alla radio… Uno di quei pezzi di cui è facile scordare titolo ed autore: Two Princes degli Spin Doctors vi dice niente? A me inizialmente no, poi però ascoltandola… Me ne sono venute in mente, di cose 😉
E allora… beccatevela 😀

24 Maggio 2010

Caserecce all’Erba Cipollina

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Alle prese con la scoperta di nuovi tipi di pasta e con un vagone di erba cipollina fresca. Questo potrebbe essere il sottotitolo di questo post. Sì perché ogni volta che ho intenzione di cucinarmi un primo, tranne casi eccezionali in cui, diciamo per necessità di ricetta, uso la pasta lunga, in genere io amo la pasta corta… Ma, un po’ per curiosità e un po’ per noia, sto cercando di scoprire nuovi tipi di pasta, imparando anche qualcosina della loro provenienza, il che non guasta 🙂 E, antefatto numero 2, dall’orto dei suoceri ogni tanto mi vengono mandati a casa dei graditi regalini, tipo questa freschissima cesta enorme di erba cipollina… Che ovviamente, non posso usare solo per aromatizzare, altrimenti dovrei metterla pure nel caffè, per evitare che appassisca prima che la possa finire! Ecco che quindi ho studiato una ricettina in cui l’erba cipollina in questione risultasse l’ingrediente principale 🙂
Ah: le “caserecce” sono un tipo di pasta “corta ma non troppo” proveniente dalla Sicilia, o almeno così mi hanno detto, dal momento che le ho comprate fresche in un pastificio e quindi non stavano nella loro bella confezione con tanto di nome e spiegazione. Trattasi comunque di pasta di semola di grano duro, che trattiene molto bene il sugo data la porosità. Ed eccole qui, le mie Caserecce all’Erba Cipollina (ricetta semplicissima):

INGREDIENTI (per 4 persone)
100 gr. di erba cipollina
40 gr. di pinoli
20 gr. di parmigiano grattugiato
2 cucchiai d’olio
400 gr. di caserecce
latte
pepe
sale

PREPARAZIONE
Mettete a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo, tritate nel mixer quasi tutta l’erba cipollina con metà dei pinoli. In una teglia abbastanza grande tostate gli altri pinoli, quindi spegnete il fuoco ed unitevi il composto tritato, il parmigiano, l’olio ed il pepe; allungate il sugo con un goccio di latte (ma proprio poco!) per renderlo più cremoso. Aggiustate di sale, quindi fatevi saltare per un paio di minuti a fuoco basso le caserecce scolate al dente; decorate con i fili di erba cipollina lasciati da parte, spolverizzate con un’ultima macinata di pepe e servite 🙂

Come potete vedere… Anche oggi si va di verde!!

Cambiando argomento, giuro che questa è l’ultima volta, almeno per quest’anno (calcistico s’intende!) che vi assillo con le mie manie da tifosa… ma visto che ho espresso la mia gioia in occasione della vittoria della Coppa Italia, visto che ho espresso al mia felicità in occasione della vittoria dello Scudetto, come posso non esternare la gioia ed il tripudio che mi stanno assalendo in questi giorni?? Abbiamo vinto la Champions League!!!!!!!! Potrei assillarvi con numeri e statistiche (la tripletta, che mai nessuna squadra italiana era riuscita a fare, la vittoria della tanto ambita coppa dopo ben 45 anni di astinenza etc…), ma lascio stare. Vi dico però che vedere Milano vestita di nerazzurro è stata un’esperienza unica ed irripetibile. E adesso che Mourinho, quell’uomo tanto odiato quanto amato (io faccio parte del secondo gruppo ovviamente), ha deciso di andarsene, una lacrimuccia scende per forza… Anche se poi mi abituerò all’idea ed alla faccia del nuovo allenatore 😉
E quindi? E quindi… tanta carica!! Niente “Pazza Inter”, niente “C’è solo l’Inter” (quelle imperversano sul mio profilo Facebook), qui si cucina con la musica, non con gli inni 😉 Quindi, tornando seri ed in linea col blog, ecco che la carica savolta ve la danno i Millencolin, con Penguins & Polarbears… 😉

18 Maggio 2010

Strangozzi (di Zucchine) Aglio, Olio e Peperoncino

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Sì, avete letto bene… Non sto parlando della pasta classica, ma di strangozzi fatti con le zucchine, sìsì… 🙂 E’ buffo, lo so, e fino a pochi giorni fa non ne avevo neanche sentito parlare 🙂 Poi Djun, sul Forum di SaiCosaTiSpalmi, ha parlato del suo Spirali… Inutile dire che mi sono innamorata! Come non innamorarsi di un oggetto da cucina che ti taglia frutta e verdura a listarelle finissime e arricciolate come fossero dei veri spaghetti?? :mrgreen:
Non possiedo quel sensazionale oggetto come avrete capito, quindi i miei spaghetti non sono venuti proprio perfettissimi (li ho tagliati a mano, con infinita pazienza), e anzi, somigliano più a degli strangozzi, appunto, poiché hanno la sezione squadrata… Però insomma, era doveroso citare l’antefatto perché è stato proprio quel post su quel buffo oggetto (che mi sa ben presto mi farò regalare 😉 ) che mi ha dato lo spunto per questa ricetta semplicissima 🙂
Quindi: la base sono le zucchine, verdure duttilissime per questo tipo di preparazione, verdure che tra l’altro in questo periodo sono presenti in ogni mercato in tutto il loro splendore (e come non approfittarne!!)… E per non sminuire questa verdura così bella e così buona ho cercato di condire gli “strangozzi” nel modo più semplice e più tradizionale possibile: ecco a voi i miei Strangozzi (di Zucchine) Aglio, Olio e Peperoncino:

INGREDIENTI (per 4 persone)
8 zucchine
4 spicchi d’aglio
2 peperoncini rossi essiccati
6 cucchiai d’olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE
Lavate bene le zucchine; se volete potete anche sbucciarle, io però non l’ho fatto (sarebbe solo per una questione estetica: senza la buccia verde somiglierebbero ovviamente di più a della pasta vera e propria!). A questo punto riducetele in strangozzi: se avete lo strumento di cui sopra non sto a dirvi io come fare; se invece, come me, ne siete sprovvisti, tagliate le zucchine a fettine sottilissime, quindi tagliate a listarelle verticali ogni fettina 🙂
Preparate un trito fine con l’aglio ed i peperoncini; scaldate l’olio in una padella e fatevi dorare il trito (non fatelo annerire!) unendovi le zucchine fin quasi da subito; cuocete per 5 minuti al massimo, o insomma, quando vedrete che gli “strangozzi” saranno morbidi e l’aglio ben dorato. Se preferite, potete cuocere le zucchine a vapore prima e saltarle nell’olio solo all’ultimo, oppure lasciarle direttamente crude e poi condirle.

Nota 1: so bene che ognuno ha la sua personalissima versione del condimento “aglio, olio e peperoncino”; personalmente, io amo che gli ingredienti in questione si sentano bene “sotto i denti”, seppur ridotti in trito, e non che il mio condimento consti solo di olio insaporito; comunque, se proprio non ce la fate, lasciate gli spicchi d’aglio ed i peperoncini interi e toglieteli prima di servire 😉
Nota 2
: nel caso in cui vi stiate chiedendo se un pasto del genere può sostituire il tradizionale piatto di pasta… Beh, le zucchine sono prive di grassi, hanno poche calorie e sono ricche d’acqua, quindi diciamo che pur non avendo, come è ovvio, lo stesso apporto calorico e proteico della pasta, danno comunque la sensazione di sazietà…
Nota 3
: una dadolata di pomodori crudi aggiunta a questo condimento non ci stona affatto 😉

Oggi sono felice, ebbene sì, e consentitemi di dirlo anche qui: Amala, Pazza Inter, Amala!!! Eh sì ragazzi, anche il secondo obiettivo è stato raggiunto, lo Scudetto è nostro anche quest’anno e, come ha detto il nostro mitico Capitano, abbiamo vinto contro tutto e tutti… E proprio ai miei (nostri) “nemici” voglio dedicare, musicalmente parlando, questo tuffo nel passato di oggi: ecco qua i Lit, con My Own Worst Enemy, un gruppo che all’epoca mi piaceva molto (come dimenticare il video in cui il gruppo in versione lillipuziana “passeggia” su Pamela Anderson? 😀 )…

12 Maggio 2010

Fusilloni con Pesto di Asparagi e Ricotte al Profumo di Limone

Posted in Le mie ricette, pasta, pastasciutta & simili, vegetariani tagged , , , , , , , a 1:49 PM di pixel3v

Va bene la dieta, ma un po’ di carboidrati ogni tanto ci vogliono 🙂 Quindi ho preso due piccioni con una fava: uno, perché durante il breve periodo degli asparagi a casa mia se ne comprano chili e se ne fanno scorpacciate, eppure va sempre a finire che li mangiamo lisci, come contorno, mentre invece prepararci qualcosa di più sfizioso era il mio pallino da un po’; il secondo piccione invece l’ho preso perché da altrettanto tempo pensavo di preparare un pestino che non fosse però il pesto classico a base di basilico che tutti conosciamo. Ecco quindi che con questi Fusilloni con Pesto di Asparagi e Ricotte al Profumo di Limone mi sono tolta due voglie, anzi tre: questi fusilloni gli ho presi per curiosità (trattasi di pasta trafilata al bronzo, di semola di grano duro, pasta fresca che per via della sua superficie rugosa riesce a trattenere meglio il condimento)… e la mia scelta si è rivelata ottima 😉
Ah, dimenticavo: se vi regolate con l’olio, con la quantità di pasta e, soprattutto, se dopo aver mangiato questi fusilloni non mangiate altro allora beh, sì, potete considerarla una ricetta “dietetica” 😉

INGREDIENTI (per 4 persone)
1 limone
40 gr. di pinoli
40 asparagi (1 kg circa, peso degli asparagi da pulire)
75 gr. di ricotta salata (o stagionata)
15 foglioline di menta
75 gr. di ricotta fresca di mucca
400 gr. di fusilloni trafilati al bronzo
olio
sale
pepe

PREPARAZIONE
Prima di tutto grattugiate la scorza del limone e tostate i pinoli senza olio, quindi teneteli da parte.
Poi iniziate a pulire gli asparagi (io li tengo a bagno un paio di minuti in acqua fredda senza strofinarli troppo, che sennò si rovinano), fateli a fettine sottili (tranne le punte, quelle lasciatele intere) eliminando il fondo bianco e passateli in padella con un filo d’olio, il succo del limone, un pizzico di sale ed una macinata di pepe, finchè non si saranno inteneriti.
Mentre gli asparagi sono sul fuoco mettete a bollire l’acqua per la pasta, che tanto il tutto è molto veloce 😉
Quando gli asparagi saranno teneri, tenete da parte le punte (in caldo possibilmente) e tritate gli asparagi nel mixer con quasi tutta la ricotta salata, una manciata di pinoli e le foglie di menta; unite al pesto gli altri pinoli, la ricotta fresca e la scorza di limone ed amalgamate bene. Una volta scolata la pasta conditela con il pesto preparato, unendo tre/quattro cucchiai dell’acqua di cottura della pasta se il pesto risultasse troppo asciutto (nel mio caso è stato così), quindi decorate ogni piatto con le punte di asparagi e quel poco di ricotta salata che avrete tenuto da parte, riducendola in scaglie.

Oggi la musica è di quelle che spacca di brutto… Senza tante spiegazioni, ecco qui i System Of A Down con Toxicity… Io stravedo per la voce di Serj Tankian 😳

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