20 febbraio 2012

Barchette Integrali alla Crema di Noci e Parmigiano con Confettura di Fichi

Posted in antipasti e fingerfood, Le mie ricette tagged , , , , , , , , , a 1:15 PM di pixel3v

Stavolta sono stata brava, ho lasciato passare solo una settimana dal mio ultimo post… Sì, l’avevo detto che sarei tornata con una certa frequenza in effetti, e mi sto dando da fare cucinando a più non posso nei ritagli di tempo… Sono contenta di riuscire a farlo, e ultimamente sto sperimentando un sacco di cose 🙂
Anche queste Barchette Integrali alla Crema di Noci e Parmigiano con Confettura di Fichi sono state un esperimento, esperimento portato a cena da amici sabato sera e, parrebbe, ben riuscito… La confettura di fichi ci sta da dieci e dona un tocco di dolcezza e di morbidezza alla consistenza asciutta delle barchette. Provare per credere 😉


INGREDIENTI (per 12 barchette)
Per la pasta brisèe integrale
:

100 gr. di farina 00
80 gr. di farina integrale
40 gr. di parmigiano grattugiato
1 pizzico di sale
110 gr. di burro (freddo di frigo)
1 tuorlo
2 cucchiai d’acqua fredda
Per il ripieno
:
150 gr. di parmigiano grattugiato
2 tuorli
200 ml di panna fresca
½ cucchiaino di sale
1 cucchiaio di maizena
50 gr. di gherigli di noci da tritare + 12 mezzi gherigli interi
latte q.b.
confettura di fichi q.b.

PREPARAZIONE
Preparate la pasta brisèe: mescolate le farine, il parmigiano grattugiato ed il sale, quindi unite il burro freddo a tocchetti e, con la punta delle dita, lavorate fino ad ottenere un composto granuloso; unite il tuorlo e l’acqua, impastate velocemente, quindi avvolgete con un foglio di pellicola e fate riposare al fresco per 30 minuti.
Nel frattempo, pensate al ripieno: in un pentolino mescolate il parmigiano grattugiato con i tuorli, quindi versatevi la panna fresca, unite il sale e cuocete a fuoco bassissimo mescolando continuamente con la frusta manuale; quando il composto inizierà a bollire unite la maizena, mescolate bene e togliete subito dal fuoco, che la crema si addenserà velocemente; unite i gherigli tritati (quasi ridotti in polvere) e lasciate intiepidire.
Preparate le barchette stendendo la pasta e rivestendovi degli stampini precedentemente imburrati ed infarinati; praticate dei fori con una forchetta, quindi infornate a 200° C e cuocete in bianco per circa 15 minuti. Estraete le barchette dagli stampini e riempitele con la crema di parmigiano (se nel frattempo fosse troppo rassodata, rimettetela 2 minuti sul fuoco basso con 3/4 cucchiai di latte e tornerà subito cremosa), quindi reinfornate altri 15 minuti. Sfornate quando la pasta sarà ben cotta e la crema ben solida, quindi lasciate raffreddare. Al momento di servire ponete un cucchiaino di confettura di fichi su ogni barchetta e completate con metà gheriglio di noce sopra alla confettura.

Vi lascio con un pezzo che adoro, colonna sonora del mio film preferito, “Se mi lasci ti Cancello” (capolavoro con la Winslet e Jim Carrey)… Back e la sua Everybody’s Gotta Learn Sometimes: ascoltatela se non la conoscete 🙂

Con questa ricetta partecipo al Contest “La Frutta Secca!”, di Ilaria (Dolci Passioni): avete ancora poco tempo, affrettatevi 😉

27 Maggio 2011

The American Popovers

Posted in dolci & desserts, Le mie ricette, piatti etnici / esotici, piccola pasticceria "morbida", Stati Uniti tagged , , , , a 12:09 PM di pixel3v

Io, ammetto, ho conosciuto i Popovers praticamente insieme agli Scones (ricordate l’altro ieri?)… Non so bene come, forse ci sono arrivata per associazione di idee (e di link), boh… Fatto sta che, anche per questa ragione, tra i due ogni tanto mi confondo… Anche se si tratta, com’è ovvio, di due cose ben diverse: gli Scones, scozzesi, sono fatti di una pasta “stendibile”, sono ritagliati con coppapasta tipo biscotti e crescono lievitando… I Popovers, americani (nonostante siano similissimi agli Yorkshire Pudding, inglesi), sono, per così dire, più “magici”: pur non avendo lievito di alcun tipo, in cottura il vapore fa sì che essi crescano e si gonfino a mo’ di soufflé, assomigliando a dei piccoli funghetti, restando in qualche modo vuoti internamente, per poi sgonfiarsi subito dopo. Da qui deriva appunto il loro nome: il verbo “pop over” indica appunto il fatto che l’impasto, in cottura, si gonfia e si apre nella parte superiore.
A differenza dell’impasto lavorabile degli Scones, per i Popovers la pastella è liquida tipo quella delle crepes, serve uno stampo tipo quello dei muffins (anzi, non “tipo quello”: quello è perfetto) e, proprio come per i muffins, occorre fare attenzione lavorando gli ingredienti secchi e gli ingredienti umidi in due recipienti diversi, unendo i secondi ai primi solo alla fine. Quanto al risultato, i Popovers sono più sfogliosi (passatemi il termine) e più soffici rispetto agli Scones, che hanno invece più l’aspetto di panini.
Dunque, mentre per gli Scones ho voluto subito cimentarmi in una versione diversa, salata e particolare, per gli American Popovers, data la loro delicatezza, ho preferito almeno per questa mia prima volta attenermi scrupolosamente all’originale versione nature, che non è che sia dolce eh (come le crepes, i Popovers possono essere accompagnati da preparazioni cremose e/o confetture sia dolci che salate), ma insomma, senza aggiungere né formaggi, né erbette, né verdure/frutta o quant’altro… 🙂 E poi, diciamoci la verità: in questo caso va anche bene, IMHO, non pasticciare troppo… I Popovers sono ottimi semplicemente così, gustati caldi, con un po’ di burro e marmellata 😉

INGREDIENTI (per 12 Popovers)
250 gr. di farina
1 bel pizzico di sale
4 uova
500 ml di latte
burro per lo stampo

PREPARAZIONE
In una ciotola setacciate la farina con il sale; in un altro recipiente sbattete invece le uova prima da sole, quindi aggiungendo il latte. A questo punto versate gli ingredienti liquidi nella ciotola della farina e mescolate (ci vuole un attimo) fino a che la pastella (che, ripeto, assomiglia a quella delle crepes) non sarà liscia ed omogenea. Lasciate riposare il composto un’oretta a temperatura ambiente, quindi versatelo negli stampi da muffins precedentemente imburrati, riempiendoli fino ad 1 cm dal bordo. Infornate e lasciate cuocere a 240° per i primi 20 minuti, quindi abbassate il forno a 190° C e proseguite la cottura per altri 15 minuti, il tutto senza mai aprire il forno. Una volta cotti sfornate i vostri Popovers, praticate un taglietto su ognuno di essi per fare uscire un po’ della loro umidità, quindi rimetteteli nel forno spento ma ancora caldo ad asciugare per qualche minuto. Trascorsi pochi minuti sfornate nuovamente e, dopo qualche altro minuto, sformateli (giusto il tempo di far sì che lo stampo non sia più “intoccabile”) e serviteli ancora caldi farcendoli con burro e marmellata 😉

Con questa ricetta (ma non solo… Datemi tempo 😉 ) partecipo al contest di Antonella (La Casetta di Cioccolato)… Un tripudio di cosine dolci da abbinare ad una buona tazza di tè… Ok, con il caldo che è arrivato tutto d’un botto il tè non è proprio la bevanda che più ci andrebbe di bere… Ma anche senza tè, che un biscottino, un muffin, un pasticcino non lo mangereste? 😉 E allora, sotto con la piccola pasticceria, c’è tempo fino al 13 giugno!!

11 aprile 2011

Marmellata di Cipolle Rosse

Posted in Le mie ricette, marmellate, confetture e conserve tagged , , , , a 4:20 PM di pixel3v

Buondì e buona settimana a tutti 🙂 In ritardo sulla tabella di marcia, oggi, causa graditissimo pranzo wok-sushi con tre care amiche fiorentine protrattosi fino ad un’ora fa, vi scrivo sull’ora di merenda lasciandovi con questa ricettina facile e nota a tutti: la Marmellata di Cipolle Rosse 😉 Bando alle ciance quindi… Ecco qua come si fa (ah: la ricetta -che non mollerò più- è di News, la rivista dell’Esselunga, di Luglio/Agosto 2010):

INGREDIENTI (per circa 500 gr. di marmellata)
600 gr. di cipolle rosse (peso da pulite – io ne ho usate 6 medie)
150 gr. di zucchero di canna (io uso quello non raffinato)
1 bicchiere di vino bianco
2 foglie d’alloro
1 pizzico di sale
olio extravergine di oliva

PREPARAZIONE
Pulite le cipolle ed affettatele sottili, quindi unitevi qualche cucchiaio d’olio e fate appassire in una pentola antiaderente. A questo punto aggiungete lo zucchero, il vino, le foglie d’alloro ed il sale e lasciate cuocere, coperto, per circa 2 ore a fuoco medio/basso (aggiungete acqua di tanto in tanto se necessario, ma io non ne ho avuto nessun bisogno tenendo il fuoco basso), fino a che la marmellata non sarà bella densa (se necessario alzate il fuoco e togliete il coperchio l’ultima mezz’ora, così si asciugherà un po’ di più), quindi eliminate le foglie d’alloro e invasettate subito.

E’ ottima per accompagnare i formaggi, specialmente quelli stagionati 🙂 Ma soprattutto, scoperta recente (grazie ai futuri sposi sanvincenzino-senesi), si sposa a meraviglia con certi biscottini salati e formaggiosi che… Aspettate mercoledì e vedrete 😉
Nel frattempo, ascoltatevi un po’ di musica: questi sono gli Allister, con Waiting… Per la carica giusta necessaria ad inizio settimana 😉

21 gennaio 2011

Muffins Dolci Ripieni di Confettura di Castagne

Posted in dolci & desserts, Le mie ricette, muffins e cupcakes tagged , , , a 11:55 am di pixel3v

Ho aspettato 2 mesi per poter gustare al meglio (così dicevano) la mia Confettura di Castagne… Non volevo, ma alla fine trovo sia giusto raccontarlo: credo che non preparerò mai più marmellate. O meglio: forse, se mai ne ripreparerò, sarà bene che segua il consiglio della suocera: congelarla in contenitori da freezer per scongelarla poi al momento opportuno. Eh sì, perché nonostante abbia seguito passo passo ogni consiglio riguardante la sterilizzazione dei vasetti ed il procedimento del sottovuoto, ‘sti vasetti birichini, che giuro, erano sottovuoto 2 mesi fa, misteriosamente ieri non lo erano più… Per farla breve, tre vasetti sono volati nella spazzatura. Solo uno si è salvato, un solo vasetto era riuscito a conservare il sottovuoto; eppure, anche in questo, in cima cominciava a formarsi della muffa… Bene, tolto l’immangiabile, ho ritenuto necessario consumare istantaneamente il resto, quel poco che restava di mangiabile della mia confettura… 😦
Fanc**o al sottovuoto quindi, e bando alle ciance… Ecco i miei Muffins Dolci Ripieni di Confettura di Castagne (che comunque, giuro, son buoni davvero!)… Per restare in tema, ho anche tagliato la farina bianca con poca farina di castagne, ma voi potete fare come meglio credete, e ovviamente potete utilizzare qualunque composto cremoso (marmellata, confettura o crema che sia) come ripieno (ma anche nulla!).
Le regole importanti per i muffins sono due: lavorare ingredienti umidi ed ingredienti secchi in due ciotole separate ed unire solo alla fine gli ingredienti umidi a quelli secchi (non viceversa); lavorare il composto solo lo stretto indispensabile.
Ah: c’è un motivo per cui ho voluto preparare dei muffins per consumare la mia stramaledetta confettura e non qualcos’altro: pochi giorni fa la mia amica Claudia mi ha regalato i coloratissimi pirottini Ikea… Ed io, ammetto, non vedevo l’ora di inaugurarli 😳

INGREDIENTI (per 8 muffins)
100 gr. di farina 00
50 gr. di  farina di castagne
1/2 bustina di baking powder (7/8 gr.)
90 gr. di zucchero (io uso 70 gr. di fruttosio)
1 pizzico di sale
1 uovo
85 ml di latte
60 gr. di burro
confettura di castagne per farcire

PREPARAZIONE
In una ciotola setacciate le due farine con il lievito, lo zucchero (io uso il fruttosio) ed il sale; in un’altra ciotola mescolate l’uovo con il latte ed il burro precedentemente fuso. Versate a filo gli ingredienti umidi nell’altra ciotola ed impastate velocemente, incorporando meno aria possibile.
Ponete una cucchiaiata di impasto in ognuno dei pirottini monoporzione (oppure in ogni “buco” dello stampo da muffins, previa imburratura e infarinatura); poggiate quindi sopra ad esso un cucchiaino di confettura di castagne per ogni muffin e ricoprite con un’altra cucchiaiata di impasto ciascuno (non riempite troppo, che i muffins in cottura gonfiano e salgono di livello!). Cercate di fare in modo che l’impasto nei pirottini sia ben distribuito e che non penda da una parte (altrimenti in cottura tenderà a fuoriuscire anziché a gonfiare!), quindi cuocete nel forno già caldo a 180° C per 25 minuti circa.

Augurandovi un buon weekend, vi lascio all’ascolto di un pezzo mitico: Call me di Blondie… A lunedì! 😉

19 novembre 2010

Confettura di Carote e Cannella

Posted in Le mie ricette, marmellate, confetture e conserve tagged , , , , , a 1:13 PM di pixel3v

Eccoci qui, di nuovo a spalmare marmellate… Poi, giuro che la smetto 🙂 E’ che ci ho preso così gusto ad invasettare, ammetto, che non smetterei mai 🙂 Ma non preoccupatevi, tra breve si torna a mangiare di gusto… Nel frattempo però, beccatevi questa Confettura di Carote e Cannella, buonissima a colazione sulle fette biscottate, ma anche da mangiarsi così, en passant, una cucchiaiatina ogni tanto (io cerco di evitare, mia mamma invece non ce la può fare 😛 )

INGREDIENTI (per 3 vasetti da 80 gr. ciascuno + 2 da 100 gr + 2 da 250 gr – 860 gr. totali)
1 kg di carote (peso da pulite – peso lordo 1,5 kg)
1 limone (succo)
200 ml d’acqua
300 gr. di fruttosio (o 400 gr. di zucchero)
1 stecca di cannella
1 cucchiaino di cannella in polvere

PREPARAZIONE
Raschiate le carote, lavatele, grattugiatele e ponetele in una casseruola irrorandole con il succo di limone filtrato; coprite e lasciate cuocere per circa 15 minuti.
In un’altra pentola, preparate lo sciroppo: versate 200 ml d’acqua e scioglietevi il fruttosio, incorporatevi quindi le carote irrorate col succo di limone, la stecca di cannella e la cannella in polvere; cuocete a fuoco medio/basso per circa due ore, coperto, fino a che il composto non si sarà ammorbidito e le carote non saranno praticamente sfatte, mescolando spesso. Al termine della cottura spegnete il fuoco e frullate con il minipimer ad immersione unendo bicchiere d’acqua (calda) se vi pare che la marmellata sia troppo soda; invasettate la marmellata ancora calda nei vasetti già sterilizzati, lasciando circa 1 cm di spazio libero, e chiudete ermeticamente i vasetti capovolgendoli per ottenere la chiusura sotto vuoto. Lasciate raffreddare i vasetti a temperatura ambiente, coperti da un telo di lana, sempre a testa in giù; conservate al fresco almeno per un paio di mesi, ma come nel caso della Confettura di Castagne… Gustatevela subito, se non avete voglia di aspettare!!

 

Ah, importante: anche con questa ricetta partecipo al Contest “Le Mani nella Marmellata” di Antonella de Il Luppolo Selvatico: come dicevo nel post della Confettura di Castagne (per chi non avesse letto, repetita iuvant) si tratta di un concorso di ricette di marmellate, confetture e sciroppi riservato ai food-blogger…. Per maggiori info cliccatevi i link ed affrettatevi, che oggi è l’ultimo giorno utile per partecipare… Che non volete vincere un premio?! 😉

17 novembre 2010

Confettura di Castagne Profumata al Rum

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Le castagne, le castagne… Credo sia la prima volta che resisto alla tentazione di buttarle sul fuoco e mangiarmele belle abbrustolite… Anzi, ne sono proprio sicura, è la primissima volta. A mia madre piacciono tanto le cosiddette “ballotte” (a Lucca dicesi “ballocciori”), le castagne semplicemente bollite, io invece le detesto. Così, quando è tornata a casa con un vasetto di marmellata di castagne di montagna, io già partivo prevenuta:” tzè, la marmellata di castagne…”. Le castagne per me son le caldarroste, le “bruciate”, come si dice da queste parti, e basta. Il saporino inconfondibile che le castagne acquisiscono con la cottura “a secco” è per me ineguagliabile… O meglio, credevo che lo fosse. Poi, ho assaggiato quella marmellata… E mi sono innamorata. Al punto tale che ho sentito il bisogno di prepararla con le mie manine, che poi l’avrei gustata (e anche mia madre, e anche tutto il resto della famiglia) con molta più soddisfazione. E che dire… La succulenta marmellatina di montagna adesso è finita, ma nessuno la rimpiangerà perché questa mia Confettura di Castagne Profumata al Rum è decisamente all’altezza dell’originale 😀
Cercando in rete un modo comodo e rapido per sbucciare le castagne mi sono imbattuta in centinaia di alternative: c’è chi le passa pochi minuti sotto il grill prima di lessarle, chi le trasferisce dall’acqua ghiacciata all’acqua bollente, chi aggiunge olio nell’acqua di cottura… Francamente, non so se questi metodi possano funzionare; credo però che l’esigenza di trovare un modo efficace (oltre che rapido) l’abbia più chi si cimenta nella preparazione dei marron glacés (preparazione che esige che le castagne restino intere) piuttosto che chi, come me, ci prepara una confettura: in questo caso, ci basta non perdere ore ed ore a spellare le castagne, ma se si dovessero rompere non sarebbe certo un problema… L’importante è lavorarle da calde, che si spellano molto meglio.
Nella mia ricetta vi racconto come ho fatto io 😀

INGREDIENTI (per 4 vasetti da 250 gr. ciascuno + 1 da 500 gr – 1,5 kg totali)
1,4 kg di castagne (peso lordo)
1 arancia (scorza)
1 limone (scorza)
300 gr. di fruttosio (o 400 gr. di zucchero)
200 ml d’acqua
2 dita di rum

PREPARAZIONE
Per prima cosa incidete le castagne lungo la loro circonferenza, cercando di intaccare anche la pellicina sottostante ma non la polpa, quindi mettete una pentola d’acqua sul fuoco aggiungendo le scorze di arancia e limone (tagliate a fette visibili eh, non grattugiate!) e tuffatevi subito le castagne; lasciate cuocere a fuoco medio per circa un’ora. A questo punto sbucciate le castagne, cercando di farlo quando sono ancora calde, quindi non scolatele subito tutte ma, una volta spento il fuoco, prelevatene poche alla volta con una schiumarola. [Un’alternativa ottima – suppongo – per chi, come noi, non necessita che le castagne rimangano integre, è quella di lessarle intere e poi aprirle in due soltanto da cotte, prelevandone la polpa con un cucchiaino. Da provare.]
Una volta ripulita la polpa dalla buccia e dalla pellicina, riducete le castagne in purea aiutandovi con una forchetta.
In un’altra pentola sciogliete 300 gr. di fruttosio con 200 ml d’acqua (*); quando lo sciroppo è pronto unite la purea di castagne e cuocete a fuoco basso mescolando spesso per venti minuti; aggiungete  2 dita di rum quasi a fine. Frullate bene con il minipimer ad immersione per ottenere una confettura più cremosa; saltate questo passaggio se invece preferite una marmellata più grossolana, “coi pezzi”.
Versate la marmellata ancora calda nei vasetti già sterilizzati (vedi sotto), lasciando circa 1 cm di spazio libero. Chiudete ermeticamente i vasetti e capovolgeteli, coprendoli con una coperta di lana fino a che non saranno a temperatura ambiente; in ogni caso, meglio lasciarli così, capovolti sotto la coperta, almeno per una notte, in modo che ci sia il tempo di creare il sottovuoto (quando cioè i coperchi, premendoli, non faranno più “click-clack”).
Meglio che la vostra marmellata venga lasciata riposare in un luogo fresco per un paio di mesi: ciò permette di far amalgamare i sapori tra di loro, così potrete gustare al meglio la vostra marmellata, anche se comunque nessuno vi vieta di mangiarvela subito eh! Una volta aperti, i vasetti si conservano in frigo e vanno avanti circa 15 giorni. Ah: se il sottovuoto, per qualche strano motivo, non dovesse crearsi (per quel che mi riguarda, è capitato ad un vasetto su 5 utilizzati), allora in questo caso sì, mettete in frigo i vostri vasetti e consumateli quanto prima!
(*) lo sciroppo di zucchero
si prepara con una parte di acqua e due di zucchero (lo zucchero sarà quindi sempre il doppio dell’acqua). Usando io il fruttosio, come sapete, la dose è minore rispetto allo zucchero (più o meno il 25% in meno), ma nel preparare lo sciroppo io lascio inalterata la quantità d’acqua, ossia non la diminuisco in proporzione al fruttosio, tanto durante la cottura un po’ d’acqua manca sempre). Ad esempio, in questo caso, la dose esatta sarebbe 400 gr. di zucchero e 200 ml d’acqua; io uso 300 gr. di fruttosio, ma non diminuisco in proporzione la quantità d’acqua.

Sterilizzazione dei vasettiio procedo in questo modo: dopo aver fatto fare ai vasetti ed alle loro capsule un lavaggio in lavastoviglie, metto i vasi sulla leccarda, con l’apertura rivolta verso l’alto, nel forno già caldo a 120° C e li lascio lì dentro per un’ora. A questo punto estraggo i vasetti e li poggio su un canovaccio pulito (ricordate che la marmellata si invasa a vasetti ancora caldi, quindi calcolate i tempi: al momento che “sfornate” i vasetti la vostra marmellata dovrà essere quasi pronta!), spengo il forno e metto dentro per 15 minuti, sulla stessa leccarda, le capsule.
Ci tengo a precisare che nel mio unico precedente “marmellatoso” (la Marmellata di More) non avevo scritto nulla sulla corretta sterilizzazione/conservazione dei vasetti perché la marmellata era così poca che era stata mangiata immediatamente!

Con questa ricetta partecipo al Contest “Le Mani nella Marmellata” di Antonella de Il Luppolo Selvatico, un concorso di ricette per marmellate, confetture e sciroppi riservato ai food-blogger… Seguite il link, leggete il regolamento ed affrettatevi a farvi beccare con… Le mani nella marmellata, che i più fortunati vinceranno un premio 😉

Ah, con la stessa ricetta partecipo anche all’ iniziativa de La Cucina di Paola Brunetti: Castagne: Raccolta di Ricette… Basta pubblicare una ricetta a base di castagne (non farina di), alla fine Paola complierà un pdf con tutte le ricette pervenutele… Accorrete numerosi e cliccate il link per il regolamento 😉

21 giugno 2010

Japanese Anko (Marmellata di Fagioli Azuki Rossi)

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Se non ve ne foste accorti, il mio blog è in fase dolce… 😛
Eh sì, perchè nonostante la parola “fagioli” nel titolo, anche quella di oggi è una ricetta dolce (non stupitevi!)…
Oggi il dolce in questione viene dal Giappone ed è decisamente facile da fare, anche se richiede un po’ di pazienza intorno ai fornelli… Ma visto che più che l’estate sembra sia arrivato l’autunno, un po’ di calduccio non guasta 😉
Veniamo al dunque: l’Anko è la marmellata preparata con i fagioli Azuki rossi, un tipo particolare di fagioli di soia che si prestano ottimamente a questo tipo di preparazione in quanto sono molto dolci. Non a caso, nella cucina giapponese questa marmellata è usata spessissimo per farcire dolci tipici come i Dorayaki (aspettate dopodomani e vedrete :mrgreen:).
Esistono due versioni di Anko: la più cremosa, in quanto passata al mixer, è detta “koshiban”; la “tsubuan” è invece quella “coi pezzi” per intendersi, e l’unica differenza sta appunto nel fatto che i fagioli, in questo secondo caso, non vengono frullati.
Ecco come ho lavorato io per preparare la Japanese Anko (Marmellata di fagioli Azuki Rossi):

INGREDIENTI (per 1 kg esatto di Anko)
250 gr. di fagioli rossi di soia (Azuki) secchi
250 gr. di zucchero (io uso il fruttosio, 175 gr.)

PREPARAZIONE
Iniziate la sera prima, mettendo a bagno i fagioli in un litro d’acqua circa e lasciando la pentola coperta. Il giorno successivo ponete la pentola stessa sul fornello a fiamma non troppo alta e, una volta raggiunta l’ebollizione (quando si formerà la schiuma), scolate i fagioli e rimetteteli nella stessa pentola coperti con nuova acqua, che dovrà essere circa il doppio rispetto ai fagioli. Aggiungete circa 1/3 dello zucchero, rimettete la pentola sul fuoco e lasciate cuocere mescolando spesso; prima che i fagioli abbiano assorbito tutta l’acqua aggiungete ancora 1/3 di zucchero e, dopo circa 10 minuti, unite anche l’ultimo 1/3; ricordatevi di mescolare spesso (in tutto questo vi occorrerà circa un paio d’ore).
Continuate la cottura fino a quando i fagioli avranno assorbito completamente l’acqua; se a questo punto i fagioli non vi sembrano abbastanza morbidi (devono essere morbidissimi!!) aggiungete altra acqua e continuate la cottura per qualche altro minuto, altrimenti spengete il fuoco e frullate il tutto con il minipimer ad immersione (oppure, per una cremina ancora più omogenea, travasate il composto in un mixer), fino ad ottenere una marmellata densa e cremosa; se invece preferite la versione “tsubuan” tralasciate la parte del minipimer ;).
A questo punto trasferite la marmellata ancora bollente in un vasetto di vetro ben pulito; una volta sigillato, tenetelo qualche ora a testa in giù in modo che non si formino vuoti d’aria all’interno. Conservate la vostra Anko in frigorifero.

Oggi vi faccio ascoltare Seven Nation Army degli White Stripes, sperando sia di buon auspicio per la nostra Nazionale, che sembra non voler decollare in questi mondiali sudafricani… Vi ricordate vero, il famoso PO-POPO-POPOPOPO, inno della nostra vittoria (i misteri delle tifoserie…)? Beh, dai, cantiamo tutti insieme e vediamo se si riesce per lo meno ad accedere agli ottavi!! 😛

18 giugno 2010

Parfait al Cioccolato Bianco con Salsa di Fragole

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Oggi siamo sul raffinato… 🙂 Intanto vi spiego: il “parfait” è un semifreddo, ossia un gelato molto più morbido (la differenza principale rispetto al gelato sta nel fatto che qui la panna è montata e non liquida), la cui caratteristica è quella di essere pressato in stampi, siano essi monoporzione o grandi; insomma, proviene dalla stessa famiglia delle “mattonelle” e degli “zuccotti” 🙂
Uno dei parfait più conosciuti è quello di mandorle, un classico della tradizione siciliana; io però ho voluto tentare ingredienti ed aromi differenti inventandomi un Parfait al Cioccolato Bianco con Salsa di Fragole (ho usato uno squisito cioccolato bianco aromatizzato alla vaniglia proveniente dal mercato equo e solidale). Ecco come ho proceduto:

INGREDIENTI (per 7 parfait monoporzione)
100 gr. di cioccolato bianco
100 ml d’acqua
110 gr. di fruttosio (o 190 gr. di zucchero)
3 uova
250 ml di panna fresca
300 gr. di fragole
1 limone (succo)

PREPARAZIONE
Per il parfait:
Fate sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria. Nel frattempo in un altro pentolino versate l’acqua, unitevi 60 gr. di fruttosio (o 100 gr. di zucchero), portate ad ebollizione e fate cuocere a fuoco medio per pochi minuti, ottenendo uno sciroppo trasparente e leggermente denso (il fruttosio -o lo zucchero- deve essere completamente sciolto). In una ciotola sbattete con le fruste le uova fino ad ottenere una consistenza spumosa, quindi unitevi lo sciroppo a filo, ancora caldo, continuando ad usare le fruste. Ancora a parte, montate la panna a neve fermissima. Quando il cioccolato fuso sarà ormai a temperatura ambiente incorporatelo alle uova e, infine, amalgamatevi la panna montata. Mescolate bene e versate il composto in diversi stampini (io ho usato quelli da budino in alluminio, usa e getta, e con queste dosi ne ho ottenuti 7); conservateli nel congelatore per almeno 5 ore. Togliete i vostri parfait dal freezer subito prima di servirli (si sciolgono abbastanza in fretta); se volete servirli su dei piatti da portata immergete gli stampini per pochissimi secondi in acqua calda, quindi sformate i parfait capovolgendoli sui piattini, altrimenti lasciateli pure negli stampini e gustateli a mo’ di budini (per una figura migliore, vi consiglio la prima opzione).
Per la salsa:
Pulite le fragole, tagliatele a pezzetti e mettetele in un pentolino con i restanti 50 gr. di fruttosio (o i 90 gr. di zucchero)  ed il succo di limone. Portate ad ebollizione, quindi lasciate che il composto si raffreddi e frullatelo con il minipimer ad immersione. Servite la salsina fredda (meglio se potete tenerla in frigo per qualche ora, prima) per accompagnare i parfait. A meno che non ne abusiate, la salsina vi avanzerà con queste dosi, e va avanti qualche giorno 😉

Restando in tema di raffinatezze, oggi vi faccio ascoltare Manuel Agnelli con Pelle (Versione Piano e Voce), una squisita ed essenziale versione del già splendido successo degli Afterhours, gruppo di cui Manuel è leader e cantante… Ascoltatela ad occhi chiusi, che merita 😉

Con questa ricetta partecipo al contest de La Cucina di Irina (cliccate il banner qui a lato per tutte le info del caso!)… La raccolta delle fragole!!!